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Peer Reviewed

Lettere A Colori: Descrizioni di dipinti nella corrispondenza di Dante Gabriel Rossetti

Federica Mazzara, University College London

(14) Beata Beatrix

Beata Beatrix
Beata Beatrix
Dante Gabriel Rossetti
a.
[19 maggio 1863]


Mia cara Sig.na Heaton

Da quando Vi ho incontrata ho riflettuto sulla Vostra richiesta e ho pensato ad un soggetto dantesco che da tempo intendevo realizzare, ma che non mi sovvenne quando ne parlammo, probabilmente perché di recente non ho avuto a che fare con l’opera di Dante.
Questo disegno dovrebbe rappresentare Beatrice seduta vicino ad una meridiana, l’ombra della quale cade sulla nona ora. Voi ricorderete probabilmente il modo singolare in cui Dante insiste nella Vita Nuova sul numero nove in connessione a Beatrice. Lui la incontra quando ha appena nove anni, lei muore alle 9 del 9 giugno del 1290. Di questo è stato detto molto, e lui stesso dichiara che lei è stata per lui un “nove”, il numero perfetto, o il simbolo della perfezione. Lo sfondo dell’immagine dovrebbe essere costituito da un paesaggio, in cui inserire, sulla scia degli antichi pittori italiani, scene prese da Dante e collegate al soggetto principale.
Pensa che le potrebbe piacere della stessa dimensione di Giovanna d’Arco?

Vostro Sinceramente
DGRossetti@
b.

Kelmscott, Lechlade
11 marzo 1873

Mio caro Graham,

Spero possiate cortesemente perdonare tutto questo ritardo nel mandarvi Beata Beatrix, ma Vi posso assicurare che il dipinto ne ha giovato, essendo state gradualmente apportate modifiche di vario tipo che hanno richiesto del tempo. Confido nel fatto di spedirVi il quadro domani (mercoledì) con il treno passeggeri, e mi piacerebbe ricevere notizie riguardo il suo arrivo incolume.
L’immagine non deve, in nessun modo, essere vista come la rappresentazione dell’evento della morte di Beatrice, bensì come l’idealizzazione del soggetto, simboleggiato da un trance o da un’improvvisa trasfigurazione spirituale. Beatrice è visibilmente rapita dal Paradiso, quasi vedesse attraverso le sue palpebre chiuse (come dice Dante alla fine della Vita Nuova): “Colui che è benedetto attraverso tutte le età”, e in segno del supremo cambiamento, l’uccello radioso, un messaggero di morte, lascia cadere il papavero bianco tra le sue mani aperte. Sullo sfondo la Città, come dice Dante, “siede solitaria” in lutto per la morte di Beatrice; e per le sue strade si vede passare lo stesso Dante mentre volge lo sguardo verso il lato opposto verso la figura di Amore, nelle cui mani oscilla come una fiamma la vita declinante della sua donna. Sulla meridiana posta di fianco a Beatrice, l’ombra cade sulle nove, numero che Dante collega misticamente e in varie occasioni a lei e alla sua morte. La data sotto la predella (31 marzo 1300) è quella dell’incontro tra Dante e Beatrice nel Giardino dell’Eden (Purg. C. 30, o 31) – così almeno risulta, calcolandola in base al piano del poema. Le parole, “Veni, Sponsa De Libano” sono cantate durante quell’incontro dalle donne del seguito di Beatrice […].

Sempre Vostro affezionato
D. G. Rossetti @.